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24 ottobre 2010

WALDEMIR il Re dei Kaapor: racconto del mio viaggio in Amazzonia

waldemirL’ assenza della settimana scorsa già sapete che è stata dovuta alla mia partecipazione a un viaggio in Amazzonia. In tanti mi avete chiesto cosa ci sono andato a fare e tutti i particolari della Spedizione. Non era mia intenzione farne un argomento da Blog ma dopo averne discusso con Bill, il mio carissimo amico e produttore di reportages giornalistici sugli Indios e la guerra contro il disboscamento della Foresta Amazzonica, polmone della Terra, mi ha convinto, così come a viaggiare con lui, a farlo perché ritiene, giustamente, che gli Indios e la Foresta Amazzonica hanno bisogno di qualunque forma di comunicazione col Mondo per “far sapere” a 1, 100, 1000, 1 milione di persone la “grandezza e fierezza” delle tradizioni indigene e il pericolo che tutti i popoli del Mondo stanno correndo per la distruzione del più grande serbatoio di ossigeno che la Terra ancora possiede.

Sei giorni di viaggio, due per l’andata, due con gli Indios, due per il ritorno. Una esperienza assolutamente INDIMENTICABILE. Non ho portato con me ne camera fotografica ne videocamera…. la natura del viaggio non era turistica e non volevo che gli altri partecipanti pensassero che per me non era altro che un’avventura selvaggia. Ero ben cosciente di cosa andavamo a fare e del perché e i motivi forti, l’insistenza di Bill, hanno fatto si che le mie tantissime paure… coccodrilli, ragni velenosi, serpenti, insetti di qualunque specie, belve feroci… svanissero. Perlomeno all’inizio del viaggio, sabato mattina del 16 di ottobre 2010.

Sette partecipanti: Bill produttore giornalista, Saulo interprete e conoscitore usi e costumi indios, Dan medico chirurgo, Melissa, moglie di Dan, psicologa pediatra, JeanPierre ingegnere civile, Javiè antropologo e Io, semplice trader.

Due jeep e tre camion super carichi di merci e attrezzi. Ore 11,45 si parte. Prima tappa del viaggio aeroporto commerciale a Sobral per scaricare i camion e caricare il tutto sull’aereo noleggiato da Bill. Dopo 2 ore si decolla…. sono le 23.30. Destinazione Manaus con uno scalo intermedio per rifare benzina…. stavo dormendo e non so dove sia stato. E’ già mattino, di domenica 17 ottobre, quando siamo a Manaus. Dei camion sono pronti per essere caricati. Operazione inversa a Sobral: si scarica l’aereo e si ricaricano i camion. Una van per noi sette.

Al porto di Manaus ci aspettano 12 canoe con motore immense…lunghezza 12 metri ognuna… e due indios in ognuna per manovrarle. Si ricarica il tutto sulle canoe…. che appesantite dal carico lasciano soli pochi centimetri fuori dalle acque del Rio Amazonas, il corso d’acqua più lungo del mondo, quasi 7000 km, che risaliremo per raggiungere il villaggio degli Indios Kaapor, una piccola comunità formata da sei famiglie, il cui leader Waldemir, che conoscerete nel video di Bill a fine articolo, è stato uno dei miei ulteriori motivi per accettare di partecipare a questa spedizione perché ne rimasi affascinato dal carisma, saggezza e autonomia e volevo avere l’ onore e il piacere di conoscerlo di persona, e offrirgli tutto l’aiuto di cui ha bisogno per continuare nella sua lotta alla riconquista delle sue terre.

Sono le 14,30, di domenica 17 ottobre 2010, il sole emana calore di una intensità insopportabile …. le canoe iniziano a tagliare le acque del Rio Amazonas, direzione nord. Accomodato su una delle casse di legno caricate mi godo il venticello della navigazione che mi rinfresca il viso.
Dopo tre ore di corsa sulle acque del fiume siamo già in piena Foresta Amazzonica. Nessun segno di civiltà sulle rive. Solo vegetazione fittissima. Un silenzio assordante ci accompagna. Il treno di canoe fa sosta in una piccola insenatura con una spiaggetta per ricaricare i serbatoi di benzina. La psicologa Melissa ne approfitta per fare un bagno e rinfrescarsi…. ma dura pochi secondi perché viene immediatamente avvisata dagli indios marinai della possibilità di presenza di coccodrilli pericolosissimi e dei famosi piranhas…. Come Flash Gordon Melissa salta fuori dall’acqua in meno di un secondo. Tutto è pronto per continuare la traversata.

Sono le 18,50 ed é già buio. I marinai accendono le lanterne e le 12 lucine creano una atmosfera magica in quel buio silenzioso. Bill, rompe il silenzio col megafono avvisandoci che tra due ore ci fermeremo per la sosta notturna, per riposare (riposare?) e cenare.

Poco dopo le 21,00 come previsto le canoe si fermano in un’altra insenatura. Gli indios marinai restano con le canoe mentre noi altri, seguendo il suggerimento di Saulo, ci addentriamo di alcune centinaia di metri dalla riva per evitare di diventare cibo gostoso per i coccodrilli che da lì a poco sarebbero arrivati attirati dai nostri odori. Ma lo spostarci lontani dalla riva non ci salvava da altra insidie: felini, serpenti, ragni, scimmie…insomma tutto lo Zoo Amazzonico. Bill asserisce che mai ha avuto problemi e che non è, ovviamente, la prima volta che sostava in quel luogo. Beh… fra me e me, con capacità di valutazioni  che un evento possa verificarsi ho quotato a @1,02 le possibilità di essere facile bocconcino di qualche simpatico membro della meravigliosa fauna e  dopo la piccola cena a base di scatolette tipo marines americani, non ho chiuso occhio per tutta la lunghissima notte, così anche Melissa. Un piccolo falò, continuamente alimentato, ha riscaldato e dato luce a noi due che ci siamo raccontati di tutto… in portoghese (io napoletano, lei francese parigina ora a Martinica) fino alle 3 del mattino quando i “senza paura” si sono risvegliati e preparati a riprendere il viaggio. Una tanica da campo con acqua é servita per lavarci il solo viso e denti. Con gli stessi abiti… ormai puzzolenti… abbiamo ripreso il cammino per incontrare i nostri amici Kaapor.


Interessante?…. Vi sta piacendo la lettura?…. Ok…allora continuo! Sono sicuro che l’amico Lillo avrebbe voluto che una belva affamata mi rincorresse per tutta l’Amazzonia…. solo per il piacere di affermare, dopo, che la quota valutata era stata giusta…. e così non perdere la scommessa….. eheeheheheh

Ore 3,45 di lunedì 18 ottobre, tra poco l’alba illuminerà in uno scenario da senza fiato il nostro percorso. Le canoe iniziano a navigare, mancano ancora sette ore e finalmente arriveremo al villaggio.

Alle 5,10 la luce dell’aurora amazzonica mi lascia senza respiro. Ho visto tramonti bellissimi… albe estasianti…. ma questa volta é assolutamente inimmaginabile e indescrivibile quello che i miei occhi stanno ammirando. Fasci di luce che attraversano la vegetazione in varie direzioni come a formare una gabbia intorno a noi… il cielo che assume un colore tra il rosa, l’azzurro e il bianco in una mistura che ti riscalda solo guardando… uccelli di qualunque forma, grandezza e colore… come la cicogna dal collo nero e il corpo tutto bianco… ci accompagnano. Ma anche i maledetti e onnipresenti coccodrilli enormi che sono fermi a 5-6 metri da noi sulle rive del fiume e…. ci guardano. Bill e Saulo sorridono prendendomi in giro per la mia paura, che é tanta lo confesso… ma ricordo loro che le nostre canoe hanno solo pochi centimetri fuori dall’acqua e che se gli “innocui” mammiferi squamati decidono di farci visita non abbiamo come difenderci. Bill e Saulo smettono così di sorridere mettendo da parte l’incoscienza scherzosa per far posto a una maggiore attenzione.

Nel corso della navigazione poi non poteva mancare la presenza di una anaconda gigantesca… doveva essere di almeno 8 metri lunga… ma di questa non avevo paura. Ed anche, per un lungo tratto, di alcuni pesci saltatori, di cui non ricordo il nome… Escono dall’acqua con salti fino a 1 metro in altezza e quasi 4 di lunghezza… come delfini…. solo che alcuni sono finiti a bordo delle canoe e li abbiamo dovuti ributtare nel fiume. Uno ha colpito in pieno volto… ahahahahahaha ancora ne rido…. l’antropologo Javiè. Ne rido perché ho capito da dove deriva il detto: prendere a pesci in faccia!…ahahahahaha di uso comune anche in Francia…ahahahahaha.

Ore 12,20 di lunedì 18 ottobre arriviamo finalmente al villaggio (senza nome ne locazione su Google maps) dei Kaapor. Waldemir e tutti gli altri sono li ad accoglierci. Bill è amatissimo… lo osannano, lo rispettano. Waldemir lo abbraccia forte e Bill lo invita a fare la mia conoscenza. Ne rimango onorato, sorpreso e felice…. È stata la prima cosa che ha fatto appena sceso dalla canoa…. ha voluto subito farci familiarizzare. E così é stato… siamo poi diventati grandi amici e stretto una forte fratellanza. Un giorno chissà… deluso da tutto e tutti… potrei anche decidere di andarmene a vivere con loro… camperei molti anni di più, sicuramente.

Tutti cominciano a darsi da fare a scaricare le canoe… anche le donne e i bambini. Una delle casse è proprio destinata a loro, contiene; abiti, giocattoli, album da disegnare, penne, pastelli, quaderni…..
Waldemar mi dice che i bambini useranno gli abiti solo quando andranno in città …10 ore di canoa andata e 10 di ritorno…. per la festa padronale, o quando è il giorno prestabilito che arriva il dottore per la visita sanitaria. Gli chiedo di quando invece vanno a scuola e lui mi risponde che vestono gli indumenti indio…. quindi quasi nudi… perché vanno a una scuola solo per indios in un villaggio vicino. I bambini difatti dimostrano la loro felicità nello sfogliare gli album da disegnare, toccare i pastelli, le matite e le penne… non danno lo stesso importanza neanche ai giocattoli. Kaluan, nipote di Waldemir , 7 anni, mi mostra il suo giocattolo: un arco con frecce che il padre ha preparato per lui poter cacciare nella foresta. È felicissimo e mima come caccerà le prede per portare alla madre che cucinerà. Lo guardo…ascolto… osservo e penso alle mie bambine che litigano per la Playstation… Ma in fondo è giusto così… la colpa non è la loro se sono nate a migliaia di kilometri dalla foresta.

È ora di pranzare. Pasta al forno, bistecca ai ferri, insalata capricciosa, formaggio, vino rosso, funghi trifolati, melenzane arrostite….. Niente di tutto questo…. peccato…. Pesce alla brace, però! Fresco fresco pescato nel Rio Amazonas.

Al termine del pranzo Waldemir invita le donne e i bambini del villaggio a danzare per noi accompagnati dalla musica suonata dagli uomini. Al termine delle danze le donne ci servono del “chà” il tè e ci lasciano soli, noi uomini, a discutere. Melissa, la psicologa, raggruppa tutti i bambini in una capanna.
JeanPierre, l’ingegnere, parla ad Waldemir dell’attrezzo che abbiamo portato: una specie di cric per auto che permetterà loro di alzare fino a 3 metri le loro capanne durante la stagione delle forti piogge così da non essere più distrutte dalle alluvioni e quindi da ricostruire ogni anno. Ma per poterlo utilizzare bisognerà creare delle strutture alle base delle capanne che permetteranno poi l’uso del cric. Waldemir garantisce che in 2 giorni tutto sarà fatto e ringrazia JeanPierre per l’idea meravigliosa e utilissima. Ci assicura che ne parlerà e mostrerà agli altri leaders indios per difendere così anche i loro villaggi. JeanPierre gli fa presente che per almeno due anni dovranno usare solo quello che abbiamo consegnato e che non potrà spedirne altri per ordine della Dogana Brasiliana.


Waldemir continua la conversazione aggiornandoci sulla sua lotta al disboscamento. Dall’ultima visita di Bill, l’anno scorso, lui e i suoi amici si sono riappropriati di altre tre aree prima occupate dalle Industrie del legname, ricreando lì dei piccoli villaggi già abitati da piccole comunità prima ospitate da altre. Ci organizziamo per andare domani a visitarli e sapere se hanno bisogno di qualcosa.

Le casse nel frattempo sono state tutte aperte e oltre alle attrezzature di JeanPierre, le cose per i bambini, ci sono: stoviglie, tantissimi medicinali, attrezzi da costruzione, tre motopompa, sei gruppi elettrogeni a gasolio, una radio trasmittente con alcuni ricevitori portatili, strumenti e attrezzature per una sala medica, e altri utensili di uso quotidiano. Chiedo del perché nemmeno una scatoletta di carne e Waldemir anticipa Saulo nella risposta dicendo che dell’unica cosa di cui non hanno bisogno sono proprio prodotti alimentari. Loro si nutrono di quello che cacciano… da secoli.

Intanto si fa buio… Javiè e alcuni indios montano un gruppo elettrogeno… ed è Luce nel villaggio… di conseguenza, altra festa, altre danze e bambini che si divertono. Si beve, si mangia ancora… carne di serpente (tipo boa) alla brace, e si danza fino a sera tarda.
Melissa beve troppo… alcool quasi puro fatto dagli indios… non é abituata e quindi…. sballata totalmente. Dan anche se preoccupato si diverte nel vedere per la prima volta, credo, la moglie in quello stato di totale euforia. Tutti a dormire!

Martedì 19 ottobre, sei del mattino. Mi alzo dall’amaca dove ho dormito per andare in bagno… ma dove? Un indios mi indica un posto tra gli alberi con una cassetta come quelle nei bagni provvisori. Due volte al giorno una delle donne del villaggio si preoccupa di svuotarla, pulirla e sistemare lo spazio dove é situata. Seduto su quella tazza di legno caldo e fumando la mia prima sigaretta della giornata noto che su un albero di fronte alla mia posizione un gruppetto di scimmie Pagliaccio, così le ho soprannominate perché hanno un folto pelo nero come il carbone e solo nella zona degli occhi e naso é bianco, che mi osservavano.
Ho pensato: chissà cosa stanno pensando guardandomi qui seduto!.

Ho sentito qualcuno avvicinarsi… Saulo… quindi sono tornato al villaggio per lasciargli il posto e… la compagnia. Tutti svegli, facendo colazione. Sulla tavola enorme c’è di tutto: frutta, pane fatto dalle donne, e pezzettini di polpa di cocco arrostito. Organizziamo la giornata: Io, Bill, Waldemir, Javiè e Saulo andremo a conoscere due villaggi vicini abitati dopo la riconquista delle terre; Dan ha preparato una sala medica in una capanna e si preoccuperà di visitare accuratamente tutti gli abitanti del villaggio; Melissa, anche se ancora mezza intontita, si occuperà prima di spiegare uso e consumo di tutti i medicinali consegnati alle due donne leaders (mogli di Waldemar e del fratello Jamun); Jamun, JeanPierre e un gruppo di indios cominceranno i lavori per le strutture delle capanne necessarie per l’uso del cric;

Il mio gruppo sale a bordo della canoa di Waldemir e ci dirigiamo al vicino villaggio. Un’ ora di navigazione e ci siamo. Settandue persone, quasi tutti parenti ….anche un marito e moglie che erano fratello e sorella, ma di padre diverso, si giustificano innocentemente… ci accolgono con sorrisi e abbracci. Ci dirigiamo verso la capanna del leader Masan, 47 anni e da 11 a capo di quella piccola comunità, e una scena a cui presenzio mi lascia senza parole, esterrefatto: una donna indios stava allattando contemporaneamente suo figlio a sinistra e una scimmietta a destra. Resto perplesso… sconcertato… arrabbiato anche con me stesso per non aver portato la camera fotografica… Bill capisce il mio stato e Waldemir  mi dice che li è normalissimo, perché a volte succede che alcuni bebè del gruppo di scimmie si perdono nella fuga dai predatori e quando gli indios li raccolgono li consegnano alla donna del villaggio che in quel momento può allattare …una almeno è sempre disponibile…  per farli crescere sani e forti, dopodiché li riportano nella foresta dove si rincontreranno con la famiglia.

Restiamo in quel villaggio un’ora circa conversando con Masan sempre sulla lotta al disboscamento e delle loro necessità. Molte cose di cui hanno bisogno sono recuperabili anche nella città vicina… ore e ore di canoa… Facciamo un po' di conti per gli acquisti e risolviamo di comprare le cose più importanti. Consegno a Masan delle carte Postepay che lo lasciano perplesso… incredulo… nel comprendere che quei pezzetti di plastica fossero denaro. Incarichiamo Saulo di soggiornare da Waldemir per provvedere a fare gli acquisti che Masan e gli altri necessitano e poi fare ritorno a Fortaleza. Lasciamo il villaggio per visitarne un altro, a mezz’ora di canoa. Tutto come il precedente…. ma senza donna allattante… Ci fermiamo per il pranzo e subito dopo facciamo ritorno al nostro villaggio.

Sono le 3 del pomeriggio, Melissa e Dan non hanno ancora terminato il loro impegno. Waldemir organizza una caccia nella foresta per procurare la cena per la sera: come non partecipare. Eccitante, emozionante, adrenalina pura… vederli puntare le prede, colpirle con perfezione. Anche Kaluan, nipote di Waldemir partecipa alla caccia e con il suo arco e frecce porta a casa un uccello… tipo fagiano…. Dice che è gostoso assado… alla brace… come sua madre lo prepara… con cocco e farina di mandioca… Ok, assaggerò!


Waldemir, che ha il vizio del fumo anch’egli, come tanti indios, mi invita a fumare una delle loro sigarette così come mostra nel video allegato. Ci provo ma non riesco… è troppo amaro e forte il tabacco. Waldemir mi suggerisce di provare ancora e che dopo un poco mi abituerò fino a provare gusto. Ha ragione… è vero! Succede proprio così e per tutto il tempo che sono rimasto al villaggio ho solo fumato le loro sigarette…. Scroccone!


Waldemir mi mostra e fa provare molte delle cose che ho visto nei video di Bill, alcune visibili anche nel video allegato. Intanto durante la caccia mi vengono indicati tantissimi animali… di ogni specie. È quasi buio e facciamo ritorno al villaggio con il bottino di carne e pesce, nel quale anche l’ennesimo serpente boa di 3 metri catturato da Geraldo, un indios.
Al centro dell’aldeia é già tutto pronto per fare da mangiare: brace, foglie di banano, spiedini di legno, machete e stoviglie… quelle nuove che abbiamo portato per loro.
Si cena e dopo si resta a sorseggiare alcool intorno al falò dove le donne hanno cucinato. Melissa non sorseggia neanche l’acqua, non vuole ripetersi. Lei e Dan ci relazionano su quanto hanno fatto e su quanto ancora c’è da fare. Melissa ci dice che Marisa e Shamila hanno appreso quanto necessario sui medicinali e che con un loro modo strano di catalogare, con foglie di piante, hanno poi organizzato negli scaffali di una capanna modificata a centro medico, arredata e attrezzata con strumenti trasportati in questa spedizione, la farmacia del villaggio, che servirà anche ai due villaggi vicini.

Scende la notte e tutti andiamo a dormire. La mattina dopo, mercoledì 20 ottobre, vado alla toilette amazzonica. Resto deluso perché non ho compagnia. Oggi é l’ultimo giorno di questo viaggio indimenticabile. Passiamo l’intera mattinata al villaggio tra conversazioni, programmi, progetti. Faccio una pausa per giocare a calcio con i ragazzi e bambini. Anche le bambine partecipano. Sudati e stanchi andiamo tutti a fare un bagno in una laguna vicina al villaggio. Mi assicuro che sia tranquilla, che non abbia abitanti che non amano essere disturbati e quando rasserenato da Paulinho mi tuffo.
Marisa viene a chiamarmi per ordine di Waldemir perché ci sono visite al villaggio: una troupe di una tv dell’Amazzonia farà un reportage e vogliono intervistarci per far conoscere la nostra opera di aiuto. Io mi rifiuto… non amo la pubblicità e presenziare…. non ho mai amato essere un Protagonista. Bill fa da portavoce di tutti e racconta di quello che abbiamo portato, dando grande risalto allo strumento cric e lamentandosi per il divieto imposto dalla Receita Federal di importarne quanti se ne aveva bisogno. Il giornalista e produttore del reportage s’impegna con lui a sponsorizzare presso il Governo dello Stato dell’Amazzonia e non il Governo Nazionale la nostra richiesta e che probabilmente sarà accolta e resa possibile grazie a una legge speciale a favore delle popolazioni indigene. Vedremo! Restiamo in attesa.

Pranziamo tutti insieme…. indios, noi, giornalisti e cameramen. C’è mangiare a sufficienza per tutti. Dopo il pranzo si comincia ad organizzare il ritorno. Una nostalgia mi assale. Quasi mi decido a restare con Saulo e darmi da fare con lui per le cose da comprare. Bill mi fa desistere sostenendo che non aveva sufficiente coraggio per affrontare Marilene, mia moglie, e le mie bambine, in quanto aveva promesso di riportarmi sano e salvo a casa entro giovedì. Per questa volta dovevo assolutamente far rientro con lui. Ok!

Iniziano così gli abbracci, le strette di mano, le lacrime. Dio mio… solo due giorni sono serviti a farmi legare così intensamente a quelle persone. Uomini, donne, ragazzi e bambini la cui fierezza d’animo e semplicità di vita sicuramente hanno mutato molti angoli anche nel mio animo.

In questi cinque giorni ho vissuto emozioni e paure che mai avevo provato.
Ho visto animali che nessuno zoo al Mondo ospita. Ho visto scene che la Natura, e non la Civiltà, consente.
Ho conosciuto Uomini che non hanno nulla da invidiare a molti cosiddetti Grandi della Terra, anzi, costoro dovrebbero imparare molte cose da loro.
Ho mangiato e bevuto alimenti che nemmeno immaginavo esistessero. Ho convissuto momenti di grande cameratismo con un gruppo di amici che hanno un cuore grande tanto quanto l’infinito.
Ho imparato da un bambino guerriero e cacciatore, futuro leader, a usare arco e frecce.
Ho visto il cielo colorarsi come la pelle di un bambino.
Ho visto…ho visto…ho visto e mai più dimenticherò.

Presto ritornerò al villaggio… con Marilene e le mie bambine Helen, Emily e Lais.
Abbiamo già parlato e vogliono anche loro conoscere
Waldemir e il suo popolo di guerrieri.

Uno dei Video Reportage di Bill:

 

8 Commenti:

badboi ha detto...

bella esperienza, te la invidio. Data la tua passione per la fotografia, hai fatto foto?

Enzo Boavida ha detto...

@badboi
forse non hai letto con attenzione tutto il racconto.... ho scritto del perchè non ho portato la macchina fotografica con me...

Grazie per aver letto e complimentato

GIOTI ha detto...

CIAO ENZO...DOPO AVER LETTO IL TUO COMMENTO SUL POCO INTERESSE NEL LEGGERE IL TUO VIAGGIO,HO DECISO DI DARGLI UNO SGUARDO E MAN MANO CHE LEGGEVO MI INTERESSAVA SEMPRE DI PIù,è STATO PIACEVOLE ANCHE IL MODO IN CUI HAI SCRITTO QUESTA AVVENTURA COME UNA SORTA DI MINI RACCONTO...UN'ESPERIENZA VERAMENTE FANTASTICA E MOLTO DIFFICILE DA RIASSUMERE IN POCHE PAROLE...INFATTI MENTRE LEGGEVO CERCAVO,CON MOLTA FANTASIA,DI IMMAGINARE I POSTI DA TE VISITATI.INOLTRE ALLA FINE DEL RACCONTO HO NOTATO CON PIACERE LA PRESENZA DI UN VIDEO CHE MI SONO GUSTATO..ANCHE SE NN HO CAPITO UNA PAROLA...PER ESEMPIO QUELLA SOSTANZA LIQUIDA BIANCA CHE USCIVA DALL'ALBERO HO IMMAGINATO SIA UNA SORTA DI VACCINO PER PREVENIRE L'INSORGERE DI QUALCHE MALATTIA...(PURA INTERPRETAZIONE PERSONALE).
NON POSSO NEMMENO IMMAGINARE LONTANAMENTE IL DOLORE CHE PROVANO QUESTE FAMIGLIE DI INDIOS NEL VEDERE LA LORO CASA (LA FORESTA AMAZZONICA) SVANIRE PIANO PIANO COL CORSO DEL TEMPO...A CAUSA DELL'AVIDITà UMANA!!
CONCLUDO CON ALCUNE RIFLESSIONI:

-CHI DISBOSCA LA FORESTA AMAZZONICA è UNA MERDA PRIVA DI SENTIMENTI.

-MI HA FATTO MOLTO PIACERE LEGGERE CHE NEL MOMENTO DELLA PARTENZA VI SIETE TUTTI COMMOSSI.

-TI INVIDIO MOLTO QUESTA ESPERIENZA CHE NON HA BISOGNO DI NESSUN AGGETTIVO PER ESSERE DESCRITTA ;)

P.S.: MA I VERMI BIANCHI LI HAI MANGIATI
ANCHE TE??SE SI...QUESTO PASTO NN TE
LO INVIDIO :)

Roberto ha detto...

Ti dico la verità, stavo leggendo e probabilmente è interessante, ma per me era troppo lungo e non ho avuto il coraggio.

badboi ha detto...

sorry, in effetti è vero, lo avevi scritto... ma il post è abbastanza lungo e me lo sono perso strada facendo...

sara altamura ha detto...

a me invece è piaciuto tantissimo!!!! ho sempre adorato ascoltarti, e ora leggerti!.

Enzo Boavida ha detto...

@Sara..... Ti Adoro!

Enzo Boavida ha detto...

@Sara.... tu che mi conosci benissimo avresti mai immaginato che avrei dormito, mangiato e vissuto in questo modo? Io che non ho mai amato i Camping, le Rulotte o Bungalow.... ehehehehehe.... come si cambia anche a 50 anni....

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